La straordinaria ricchezza di manufatti idraulici che si presenta a Milano ci dà modo di percorrere la storia delle sue acque attraverso due millenni. Ad esempio, tra i secoli XVIII e XIX, il territorio dell’ex Comune di Redecesio, a est del Fiume Lambro e a nord dell’attuale Via Arcangelo Corelli, era coltivato a marcite e rimaneva solcato da numerose aste di fontanili e canali d’irrigazione grandi e piccoli. Siamo nel 1843 e nel mese dei fiori, ovvero a maggio, a Porta Tosa si poggia a terra la classica “prima pietra” della ferrovia che congiungerà Milano a Venezia e viceversa: si tratta della “Imperial Regia Privilegiata Strada Ferrata Ferdinandea Lombardo-Veneta”. Uno dei primi fattori da risolvere è garantire la continuità del “sistema linfatico” del paesaggio agrario. Pertanto inferiormente alla massicciata ferroviaria si dovranno fare sottopassare più corsi d’acqua e in un punto, vuoi per praticità e risparmio, vuoi per mantenere le quote di scorrimento, si costruisce una interessante architettura idraulica ipogea su tre livelli.
Percorrendo oggi Via Corelli si giunge alla diramazione che conduce al Centro Sportivo Saini, il più grande e completo tra i Centri Sportivi di Milanosport, e ad una piccola rotonda. Qui si nota una grata che chiude l’accesso a una roggia oggi sotterranea e che nel 1833 è indicata col nome «Fontanile Gandino» e la cui testa era prossima alla Cascina Malapianta. Superata anche la rotonda s’imbocca Via Rivoltana e dopo 250 metri circa abbiamo a lato nord un fosso, che fino alla metà del Novecento era indicato come Fontanile Orfanotrofio, e una grande arcata in mattoni che dà accesso a un’ampia galleria lunga all’incirca 260 metri che sottopassa la sede ferroviaria. All’interno il canale è suddiviso in ben tre alvei a scalare, per la condotta di tre distinte vie d’acqua. Quella inferiore, la più grande, riceve l’acqua anche da una tubatura in cemento, che s’innesta perpendicolarmente al tracciato. Alla data del 1833 l’area era solcata anche da un fontanile che aveva la sua testa a sud di Cascina del Guz, a 300 metri circa dalla viabilità. Il canale sottopassava l’attuale Via Rivoltana a est di Cascina Villa Landa e poco più a sud s’immetteva nel Fontanile Villa Landa. Potrebbe trattarsi dell’alveo inferiore e più grande della citata galleria, che oggi meriterebbe di essere valorizzata.