Il Fiume Olona scende dal territorio di Varese e a sud di Rho, a Lucernate, il suo alveo diviene artificiale e un ramo si unisce al Torrente Lombra per giungere alla Darsena di Porta Ticinese; oggi le sue acque s’immettono nel Fiume Po Presso San Zenone Po. Nella cartografia d’epoca viene indicato anche con il nome di Orona o di Vepra: difatti Felice Poggi ha ricordato che nella carta dell’Ager Mediolanensis Medii Aevi il fiume è indicato con le parole “Orona seu Vepra”. In campo toponomastico le ipotesi sono differenti e tra queste si vorrebbe che l’idronimo derivi dalla radice celta ol, ovvero “grande”, ma anche “scorrere”.
Con il XX secolo deve sottostare alla nuova moda dell’automobile e vedere le sue acque scomparire nel sottosuolo perché “tombinate” al pari di qualche centinaio di chilometri di corsi d’acqua esistenti nella piana milanese. Nella cartografia del 1721 vediamo che a sud-ovest del centro storico di Milano giungono a lambire le mura rinascimentali due alvei appaiati: “Olona nuova” e “Olona vecchia”, segnando il confine tra i Corpi Santi di Porta Vercellina e i Corpi Santi di Porta Ticinese. All’altezza della “Stretta di San Vincenzo” retrostante il particolare baluardo detto “piatto” o anche “piattaforma angolata”, per il fatto che presentava esternamente due facce formanti un ottusangolo e due fianchi rientranti, si riuniva in un unico corso per sfociare, come detto, in Darsena.
La sua copertura, effettuata con volte a piattabanda in cemento armato e volte a botte in mattoni, ha inglobato alcuni ponti, di cui si possono ancor’oggi ammirare gli intradossi. Le grandi mura rinascimentali si scorgono invece solo a tratti, in quanto coperte da paramenti murari recenti. In superficie, tra le vie Fra Luca Pacioli e Arcangelo Ghisleri, durante i lavori di ristrutturazione dell’impianto di distribuzione carburanti di Eni Spa, gli scavi anche archeologici hanno riportato in luce una porzione della citata piattaforma. Seppure i resti murai siano stai ricoperti si è evitato che le fondamenta del nuovo impianto di distribuzione li intercettasse e oggi vi è un esplicativo tabellone che illustra quanto sia stato rinvenuto. Inoltre si può leggere che la pavimentazione dell’area è in materiali di differenti colori per fare capire quale fossero le parti di bastione rinvenute e indagate, quindi: guardate bene per terra.