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LA CASA DELL’AUTORE è un progetto realizzato da Teatro Out Off per la Centrale dell'Acqua di Milano.
Si tratta di sette interviste ad artisti a cura di Davide Pinardi, scrittore, sceneggiatore e docente di tecniche di scrittura creativa all’Accademia di Belle Arti di Brera e al Politecnico di Milano.
Protagonista di questa prima intervista è Gigio Alberti, attore di teatro e di cinema.
Gigio Alberti fa parte del nucleo storico del giovane teatro milanese che, alla fine degli anni ’80, si fa conoscere con le commedie generazionali dirette da Gabriele Salvatores (Comedians, Eldorado, Cafè Procope). In seguito partecipa a diversi film dello stesso regista (Kamikazen, Marrakesh Express, Mediterraneo, Sud, Nirvana, Quo vadis, baby?). Oltre a Savatores lavora con altri registi nel cinema: Paolo Virzì, Marco Bellocchio, Francesca Archibugi, Cristina Comencini, Silvio Soldini, Carlo A. Sigon, Gabriele Muccino e in tv partecipa a film e telefilm (Zanzibar, Renzo e Lucia, Cuore di ghiaccio, I liceali, L’ispettore Calindro). In teatro ha lavorato con Paolo Rossi (La commedia da due lire), con Edoardo Erba e Maria Amelia Monti e Giampiero Solari (Vizio di famiglia, L’uomo della mia vita), Antonio Catania e Enzo Monteleone (Gli insospettabili), Michele Placido (Aria di famiglia) e recentemente nello spettacolo Art di Jasmine Reza con la regia di Giampiero Solari e In the country di Martin Crimp con la regia di Roberto Andò. Con Lorenzo Loris e l’Out Off ha una lunga collaborazione sfociata negli spettacoli: Il ceffo sulle scale di Joe Orton (1994); Naufragi di Don Chisciotte di Massimo Bavastro (2002), Zitti tutti! di Raffaello Baldini (2002), Note di Cucina di Rodrigo Garcia (2003), Terra di nessuno di Harold Pinter (2007); Aspettando Godot di Samuel Beckett (2009); Ultimi rimorsi prima dell’oblio di Jean-Luc Lagarce (2009); Il guardiano di Harold Pinter (2010); Vera vuz di Edoardo Erba (2014); “Gli amori difficili” di Italo Calvino (2017).
"Di colpo, la svolta. Dovevamo diventare tutti nomadi, cittadini del mondo. Non c’era più bisogno di possedere nulla di fisso perché tutto era temporaneo, condiviso.
E poi, di colpo, la svolta. Costretti in casa, senza quasi poter uscire per strada, rintanati per difenderci dal pericolo.
E così la casa ha ritrovato per noi valori archetipici, è diventata un luogo di protezione, laboratorio della quotidianità, l’unica dimensione nella quale siamo veramente padroni e al sicuro.
Non più una casa ridotta a deposito di vestiti, a letto per la notte, a cucina per mangiare, ad albergo dove comodamente arrivare e andarsene,
Invece spazio per custodire la propria identità, baluardo che protegge noi e i nostri cari, scrigno delle nostre memorie, luogo forse angusto ma certamente nostro.
Che svolta radicale, e in così poco tempo!
Parliamone di questo con degli artisti, degli attori, con persone abituate a volte a rimanere chiuse in casa per settimane per preparare una parte oppure a non starci mai per andare in tournée…
Cos’è diventata, per voi, la vostra casa?"
Davide Pinardi
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