Nel 1888 si decise di sfruttare l’immensa riserva d’acqua sottostante Milano e i pozzi profondi erano ormai mezzi sicuri e comodi per estrarla e portarla alla voluta altezza, per poi erogarla nella città attraverso la rete di tubature in espansione. Le due fotografie d’epoca ci riportano a quei primi interventi.
In una tipica giornata invernale milanese, in piedi sopra l’alto basamento dell’incastellatura Derrick, gli operai addetti allo scavo si apprestano a svolgere le proprie mansioni. Il sistema applicato è quello della trivellazione ad asta rigida. Tra fine Ottocento e inizio Novecento tale sistema era particolarmente sviluppato in Canada, da ciò il nome di “pozzi canadesi” spesso attribuito a quelli trivellati secondo tale procedimento. Oggi i lavori di trivellazione si eseguono con pratici mezzi meccanici, ma agli albori dell’Acquedotto Civico era prevalente il lavoro manuale.