Mostra fotografica di Andrea Rossi
Milano ha da sempre uno straordinario rapporto con l’acqua. La testimonianza forse più evidente di questo legame è rappresentata dalle oltre 600 fontanelle sparse in tutta la città, diventandone uno dei simboli identificativi. Questo rapporto quasi personalistico tra Milano e le sue fontanelle ha portato alla genesi di alcuni soprannomi con cui vengono tuttora chiamate: ‘Vedovelle’, perché il filo d’acqua incessante che ne sgorga è paragonato al pianto inconsolabile di una vedova, o ‘Draghi verdi’, per il caratteristico color verde ramarro e il bocchettone a forma di drago, a richiamare i doccioni del Duomo.
La Centrale dell’Acqua di Milano vuole celebrare questa icona meneghina esponendo dal 24 settembre al 29 ottobre un’antologia del grande progetto fotografico di Andrea Rossi (in arte Photorouge) di censire tutte le fontanelle di Milano, colte nella loro collocazione in dialogo con il paesaggio urbano diventandone ora protagoniste ora spettatrici, ma sempre testimoni della vita del quartiere.
La mostra: dove e quando visitarla
La mostra è visitabile dal 24 settembre al 29 ottobre presso la Centrale dell’Acqua di Milano, in Piazza Diocleziano 5, a Milano (Fermata MM5 “Cenisio”).
Gli orari di visita della Centrale sono: tutti i giorni (sabato e domenica compresi) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.30. Ingresso libero e gratuito. Per accedere è richiesto il green pass.
Per informazioni scrivere a cami@mmspa.eu
Andrea Rossi - Photorouge
Andrea Rossi, fotografo milanese, si occupa principalmente di eventi e ritratti oltre a organizzare workshop fotografici per le strade della città. Per questo progetto, iniziato nell’estate 2020, ha finora scattato oltre 6500 fotografie a 638 fontanelle pubbliche sparse su tutto il territorio del Comune di Milano.
Presentazione critica
C’è un bell’esercizio da fare quando si ha tempo e voglia di riflettere sul nostro modo di vivere a Milano: si raggiunge un luogo – non importa se sia una piazza, un giardino, la strada di un quartiere – ci si guarda attorno rapidamente, si chiudono gli occhi e si prova a descrivere quanto abbiamo appena visto.
Quando li si riaprono è molto probabile che ci si accorga di aver dimenticato un bel po’ di elementi. Uno di questi è quasi sicuramente quella fontanella verde di acqua zampillante così presente e consueta nel paesaggio urbano da non colpire più l’immaginazione. Eppure, a queste i milanesi vogliono bene: ce ne sono riproduzioni nei negozi di souvenir, compaiono nelle cartoline vendute ai turisti e sono state perfino battezzate con il nome di draghi verdi per indicarne sia il colore che la caratteristica testa da cui fuoriesce l’acqua.
Da tutte queste considerazioni è partito Andrea Rossi per un progetto, quello di censire tutte le fontanelle di Milano, unico nel suo genere e non solo per la vastità dell’impresa. Nella sua visione, infatti, queste restano sempre al centro dell’indagine ma vivono all’interno di uno scatto che amplia la visione in modo da dare risalto al contesto in cui sono inserite. Il fotografo opera in modo diretto, non ricerca effetti speciali ed è per questa ragione che le sue opere acquistano un valore ancora maggiore, quello della immediatezza. Il progetto però non si ferma soltanto al pur importante taglio classificatorio ma si allarga fino a far emergere altri aspetti: quello architettonico sottolineato dal confronto fra le forme ormai classiche dei draghi verdi e le costruzioni antiche, moderne e contemporanee che le circondano, quello estetico legato alle diverse stagioni che fanno svettare le fontanelle sul bianco della neve o le confondono con il verde della primavera. Ancora più importante è quello antropologico che mostra il rapporto con i cittadini: ci sono i bambini che si dissetano nelle pause dei giochi, i lavoratori che le scelgono come tappe di ristoro, i senzacasa che si sbarbano, i proprietari di cani che li fanno abbeverare.
Il risultato finale è un viaggio originale che sottolinea anche l’importanza di un servizio offerto alla città perché quello che sgorga dal sottosuolo è un bene prezioso che i milanesi dimostrano di saper apprezzare.
Roberto Mutti