Il lavoro degli addetti al Servizio Acqua potabile non si fermò negli anni della Seconda Guerra Mondiale. I rapporti giornalieri venivano normalmente eseguiti nonostante il rischio continuo di bombardamenti e mitragliamenti. Al 1940 gli impianti in funzione, comprese le Centraline, risultavano essere 38 e i pozzi allacciati erano 178. La rete ha raggiunto lo sviluppo di 820 chilometri con 24.409 utenze. Le Centrali funzionavano 24 ore su 24 nonostante la guerra abbia messo a dura prova il sistema acquedottistico. Il bilancio dei bombardamenti subiti dagli impianti, secondo quanto documenta l’ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico Amerigo Belloni, era il seguente: erano state danneggiate dalle bombe quattro Centrali, quella di Cenisio, Armi, Vercelli e Rondò Cagnola, comunque rimaste fuori servizio per pochi giorni. Anche la rete era stata colpita in più punti: il 24 ottobre 1942 si hanno cinque rotture, subito riparate. Nei giorni 8, 13, 15, 16 agosto 1943 si registrano 144 rotture, 29 delle quali a tubazioni importanti. Undici giorni dopo erano già state eseguite 108 riparazioni e le restanti si risolsero entro il 7 settembre.