di Dario Disegni, Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della Nascita di Primo Levi
La mostra “Primo Levi. Figure”, presentata lo scorso anno alla GAM di Torino, ha rappresentato un evento di particolare significato nell’ambito delle manifestazioni promosse in occasione del centenario della nascita di uno dei figli migliori dell’Italia del Novecento, alto punto di riferimento di grandissima attualità per il nostro Paese e per il mondo intero; al tempo stesso, essa costituisce una sorpresa che non mancherà di stupire i visitatori.
L’immagine di Primo Levi, infatti, è sempre stata quasi esclusivamente recepita come quella del testimone degli orrori della Shoah e, solo più di recente, finalmente anche riconosciuta come quella di uno dei più grandi scrittori italiani. Ma, come già aveva inteso dimostrare la mostra “I mondi di Primo Levi”, proposta a partire dal 2015 a Torino, al Palazzo del Quirinale e in molte città in Italia e all’estero, la personalità di Primo Levi è straordinariamente multiforme e merita di essere conosciuta nella sua complessità e nei suoi diversi aspetti, che tutti hanno messaggi e profondi insegnamenti da trasmettere.
È questo l’obiettivo che il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della Nascita dell’illustre torinese si era proposto di perseguire, per offrire una molteplicità di stimoli alla riflessione di tutti, attraverso una vasta gamma di iniziative, in innumerevoli luoghi e declinata nei più differenti generi.
Era nei nostri intenti iniziali quello di esporre la mostra in altre sedi, in Italia e all’estero, ed è motivo di grande soddisfazione che la prima tappa si sia realizzata a Milano: il doveroso ringraziamento a … per l’interesse e la disponibilità dimostrati nei confronti dell’iniziativa è reso ancor più sentito dalle condizioni che il momento eccezionalmente difficile che stiamo attraversando ha posto, ma che non hanno impedito di portare a termine l’impresa.
La sede della ex centrale dell’acqua di Milano appare poi singolarmente adatta ad accogliere le opere esposte e a dialogare con esse, conservando una memoria industriale e tecnica che ben si accorda con l’importanza che Primo Levi annetteva al “pensare con le mani”. Lo ha di recente evidenziato un documentario originale prodotto da RAI5 in collaborazione con Il Centro Internazionale di Studi a lui intitolato e bene lo illustrano, nei loro saggi introduttivi, i due curatori dell’esposizione, Fabio Levi e Guido Vaglio.
A loro, al progettista dell’allestimento, Gianfranco Cavaglià, al fotografo Pino Dell’Aquila, a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della mostra, ai prestatori va la gratitudine del Comitato Nazionale.