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A distanza di dodici anni dal primo colpo di piccone e di cinque anni dall’inaugurazione della prima linea, il Comune di Milano prosegue la realizzazione di un moderno e organico sistema di trasporti pubblici per la città che colleghi da subito anche l’area metropolitana.
La M2 – la Verde – è la linea metropolitana più lunga della rete milanese e trasporta ogni anno 120 milioni di passeggeri. Anche la M2 è stata progettata da MM, che ne ha anche curato gli appalti, la direzione lavori e i collaudi.
Dal punto di vista costruttivo si è utilizzato per la prima volta lo scavo a foro cieco delle gallerie, che ha consentito di ridurre l’impatto dei cantieri sulla città. Questo metodo ha comportato il fatto che la Linea corre più profonda rispetto alla M1, andando ad interferire maggiormente con la falda acquifera, con le conseguenti problematiche costruttive.
Un secondo aspetto che la differenzia alla Rossa è il ricorso, per varie stazioni, alla banchina centrale, ferma restando l’impostazione generale con mezzanino e piano banchine.
Un’altra innovazione nel metodo costruttivo riguarda la realizzazione preliminare delle pilastrate delle stazioni mediante colonne metalliche messe in opera entro pozzi trivellati direttamente dal piano stradale.
L’arredamento delle stazioni e la segnaletica ricalcano quelle della Linea 1, tranne naturalmente il ricorso il colore diverso (il verde) che identifica la M2.
Novità a livello architettonico sono le due stazioni esterne del prolungamento ad Assago, collegate tramite lunghe passerelle aeree ai quartieri limitrofi e al Forum.
Fin dalla prima progettazione, la Verde viene concepita come linea extra-urbana, in grado di proiettare la città centrale in una dimensione metropolitana. Nella tratta centrale si è sviluppata secondo lo schema di rete ipotizzato agli inizi degli anni 50, con la funzione di collegamento tra le principali stazioni ferroviarie, a suo tempo svolta dalla linea tranviaria cosiddetta “interstazionale”.
Unisce, quindi, tra loro dieci comuni dell’area metropolitana e in città collega le stazioni storiche di Porta Genova, Cadorna FNM, Garibaldi, Centrale e Lambrate, alle quali si è aggiunta la fermata di Romolo sulla cintura Sud, realizzata successivamente alla M2.
La Linea 2 ha due interscambi, a Cadorna e Loreto, con la M1, le cui stazioni erano state realizzate già predisposte. A Centrale interseca la M3, a Garibaldi la M5 e il Passante Ferroviario e, in un prossimo futuro, a Sant’Ambrogio incrocerà la M4.
La Linea 2 della metropolitana di Milano si estende per 40,4 km di linea e conta 35 stazioni in esercizio.
Ad oggi sono in progettazione quasi 10 km di prolungamento per altre 5 nuove stazioni.
Mentre negli anni ‘60 si organizzava per studiare e realizzare la linea Verde a Milano, a Napoli MM faceva partire i primi studi per la realizzazione di quella che, negli anni, sarebbe diventata la metropolitana più bella del mondo.
Molte sono state le firme internazionali coordinate da MM per la progettazione architettonica. Tra queste:
Studio Mendini di Milano (stazioni S.Rosa e Materdei);
Arch. G. Aulenti di Milano (stazioni Museo e Dante);
Arch. D. Orlacchio di Napoli (stazione Quattro Giornate);
Arch. O. Tusquets di Barcellona (stazione Toledo e seconda uscita a piazza Montecalvario);
Arch. A. Siza e E. Souto Moura di Oporto (stazione Municipio);
Arch. K. Rashid di New York (stazione Università);
Arch. M. Fuksas di Roma (stazione Duomo);
Arch. D. Perrault di Parigi (stazione Garibaldi e asse commerciale);
Arch. Miralles Tagliabue (Stazione Centro Direzionale);
Arch. M. Botta di Mendrisio (Stazioni Tribunale e Poggioreale);
Arch. R. Rogers di Londra (Stazione Capodichino).
La linea 1 di Napoli è oggi un vero e proprio museo d’arte contemporanea unico al mondo, che ospita opere di 100 autori come Jannis Kounellis, Joseph Kosuth, Mimmo Paladino, Sol Lewitt, Mario Merz e per questa ragione ha ricevuto diversi premi internazionali.
Ma è anche il progetto complessivo a renderla unica nel suo genere, sia per il tracciato, sia per la complessità realizzativa.
Una parte importante della tratta che si sviluppa nell’area del centro storico è, infatti, interessata dai ritrovamenti archeologici messi in luce nei siti interessati dai lavori.
La linea percorre circa 4 chilometri di area urbanizzata fin dal periodo greco-romano, circostanza che ha richiesto dall’inizio la collaborazione con le Sovrintendenze competenti per individuare e documentare i tanti reperti e ricercare le soluzioni funzionali, architettoniche ed esecutive idonee per le stazioni.
A causa dell’orografia della città di Napoli, le gallerie e le stazioni si sviluppano a profondità di circa 25-30 metri e con pendenze significative. La quasi totalità delle gallerie di linea sono a singolo binario e scavate a foro cieco.
La configurazione finale sarà così composta:
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